Il 18 settembre 2017 l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha pubblicato, sul proprio sito, gli impegni presentati da ASSOMUSICA in relazione all’istruttoria aperta lo scorso 12 aprile.
Tale procedimento era stato avviato in quanto, alcune imprese che offrono in Italia servizi innovativi e alternativi a quelli di SIAE, avevano segnalato condotte ostacolanti la loro attività messe in atto dal monopolista nazionale. Inoltre, il procedimento aveva anche a oggetto l’accertamento, ai sensi della disciplina delle intese restrittive della concorrenza, in merito all’adozione, da parte dell’associazione degli organizzatori di concerti di musica dal vivo ASSOMUSICA, di linee guida che suggerivano alle imprese associate di non stipulare accordi di licenza, né corrispondere compensi a società concorrenti di SIAE.
I comportamenti messi in atto da SIAE sarebbero contrari al quadro normativo europeo in materia di copyright – soprattutto sulla base della Direttiva UE 2014/26 “Direttiva Barnier” – che prevede la possibilità di libera scelta degli autori rispetto agli organismi di gestione collettiva dei loro diritti, indipendentemente dalla nazionalità, residenza o stabilimento dell’ente deputato alla gestione. Nonostante quanto stabilito dalla suddetta Direttiva, l’Italia, durante la fase di recepimento della stessa – con il Decreto Legislativo n. 35 del 2017 – ha lasciato invariato l’art. 180 della Legge sul Diritto d’Autore, il quale prevede il ruolo esclusivo di SIAE nella gestione dei suddetti diritti.
I comportamenti illeciti messi in atto da SIAE, quindi, sarebbero stati:
- aver esercitato pressione sugli autori affinché non conferissero mandato ad altre collecting e, in occasione del deposito delle opere da parte dei titolari dei diritti, pretendere le firme di tutti i co-autori e co-editori;
- aver impedito agli utilizzatori di licenze per i diritti su opere protette da copyright di sottoscrivere accordi con altre collecting, sostenendo di essere l’unico soggetto autorizzato alla raccolta delle royalties;
- aver riscosso le royalties indebitamente per gli autori iscritti alle altre collecting;
- aver imposto alle società di gestione collettive estere la sottoscrizione di accordi, presentandola come unica possibilità per poter distribuire il proprio repertorio in Italia.
Infine, sarebbero state fornite “Linee Guida” da ASSOMUSICA, con le quali venivano invitati gli associati a non sottoscrivere accordi con società diverse da SIAE.
Relativamente a quest’ultimo punto, ASSOMUSICA, nei propri impegni presentati all’Autorità, ha dichiarato di ritirare le Linee Guida distribuite: “lasciando che ciascun associato adotti in piena autonomia l’atteggiamento che riterrà più appropriato in caso di licenze e/o permessi per la pubblica esecuzione di composizioni musicali tutelate dal diritto d’autore da parte di società collecting diverse da SIAE”.
Intanto, mentre in Italia si discute se lasciare invariato il panorama della gestione dei diritti d’autore, garantendo il monopolio di SIAE, cinque eurodeputati hanno presentato un’interrogazione parlamentare durante l’estate, chiedendo alla Commissione Europea come intendesse fare in modo che tutti gli stati implementino la “Direttiva Barnier”. Il rischio è che l’indagine attualmente in corso da parte della Commissione Europea si traduca in una procedura d’infrazione per via della liberalizzazione lasciata a metà.
Avv. Mauro Festa